Home About us Contact - Link Didattica Vie del Vino
Home
About us
Contact - Link
Didattica
Vie del Vino
Napoli
Pompei-Ercolano
Campi Flegrei
Le Isole
Paestum-Cilento
 


 
************

Nel 1799 accadde a Napoli un evento di eccezionale importanza: la dichiarazione della Repubblica Partenopea, basata su principi di giustizia e fratellanza, ideali soffocati nello stesso anno nel sangue dalla repressione borbonica. Prese il via dalla nascita e diffusione in Europa ed in Italia delle nuove idee della Ragione e dell’Illuminismo e si concluse con l’arresto e la condanna a morte dei più importanti personaggi dell’intellettualità napoletana (Francesco Mario Pagano, Eleonora Pimentel Fonseca, Ignazio Ciaia, Domenico Cirillo, Vincenzo Russo, ammiraglio Francesco Caracciolo, solo per fare alcuni nomi). Benché poco nota, è una delle più belle ed interessanti pagine della storia italiana, ma importante come altre più conosciute.

                   
   Bandiera della Repubblica Partenopea              Ferdinando IV e Carolina d'Asburgo        


Lo scoppio della rivoluzione francese del 1789, basata su istanze di giustizia e fratellanza, non preoccupò per nulla Ferdinando IV di Borbone e la consorte Maria Carolina d’Asburgo sul riscontro che avrebbe avuto nel Regno delle Due Sicilie, oltretutto la politica neutrale attuata aveva tenuto il regno lontano da eventi bellici. In seguito le esecuzioni capitali avvenute in Francia nel 1793, tra cui la decapitazione di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta (sorella di Maria Carolina), precedute dalla nascita della Repubblica Francese nel 1792 destarono, però, molta preoccupazione nei sovrani di tutta Europa, napoletani compresi. In particolare la figura di Maria Carolina, donna dalla duplice personalità già prevaricante su quella debole del re consorte, peserà sempre di più sull’evolversi degli accadimenti. Dai primi mesi del 1794 a Napoli serpeggiavano movimenti liberali quali il REOMO (repubblica o morte, a carattere repubblicano) ed il LIOMO (Libertà o morte, a carattere monarchico) che iniziarono a cospirare contro la monarchia, ma che scoperti videro i loro primi martiri giustiziati il 18 ottobre del 1794. Dopo una breve pace le ostilità coi francesi ripresero nella seconda metà del 1798 al fianco dell'Austria; il precipitare degli eventi bellici, con l’esercito francese in marcia verso Napoli, costrinse Ferdinando IV e famiglia ad una precipitosa fuga a Palermo,
 il 23 dicembre 1798.

                                  
Eleonora Pimentel Fonseca                                              Luisa Sanfelice           

A Napoli rimase il generale Francesco Pignatelli ed i lazzari (bande di popolani, male organizzati, fedeli al re), ma solo per poco, in quanto il 16 gennaio del 1799, il giorno dopo della presa, da parte dei rivoluzionari, di Castelnuovo, Castel dell'Ovo e Castel Sant'Elmo, raggiunse la famiglia reale in Sicilia. I lazzari, lasciati soli al loro destino, si batterono strenuamente contro i francesi, ma inutilmente perché il 23 gennaio del 1799, l’esercito comandato dal generale Championnet, entrò in città. Il 21 gennaio, due giorni prima dell’ingresso delle truppe straniere, un gruppo nutrito di menti illuminate aveva proclamato la nascita della Repubblica Partenopea, appoggiata poi anche dai francesi, che durò solo cinque mesi ed ebbe due governi, uno provvisorio ed un altro definitivo. Essa vide tra le sue fila annoverarsi i maggiori intellettuali napoletani, come
Carlo Lauberg, Vincenzo Porta, Gabriele Manthonè, Riario Sforza, Domenico Cirillo, Mario Pagano, Giuseppe Serra di Cassano, Luigi Carafa.

                                     
Amm. Francesco Caracciolo                                       Amm. Orazio Nelson    

Pochi giorni dopo, il 7 febbraio, il cardinale Fabrizio Ruffo sbarcò in Calabria con l'assenso regio e pochi compagni, riuscendo a costituire in breve tempo un'armata popolare (l'Esercito della Santa Fede o dei Sanfedisti) e a impadronirsi rapidamente della regione, poi della Basilicata e della Puglia: i Borbone erano partiti alla riconquista del regno. Ad aprile, la flotta inglese, condotta dall’ammiraglio Nelson, aveva ripreso Ischia, Capri e Procida ed il 13 giugno l'esercito sanfedista entrò in Napoli, dopo un aspro combattimento presso il Forte di Vigliena. I repubblicani si asserragliarono a Castel Sant'Elmo e vi uscirono solo dopo la firma di un patto che, a fronte dell'esilio in Francia, prometteva la salvezza. Purtroppo l'ammiraglio Nelson, complice Maria Carolina, rinnegò il patto, determinando una cruenta repressione che vide in Piazza del Mercato il suo principale palcoscenico.

            
      Card. Fabrizio Ruffo                                      Forte di Vigliena                       











                                                  

Site Map